La differenza sta nel quinto giorno.
- Nicola Arnese
- 5 giorni fa
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“E poi, che hai fatto? Qual è stata la cosa che ha fatto girare tutto per il verso giusto?”
La domanda era sincera, come quando uno cerca una scorciatoia per arrivare dove stai tu.
E lui, senza agitarsi troppo, ha risposto:
"Niente di speciale. Solo buon lavoro, fatto bene, con costanza per tanto tempo."
Lì per lì non ci ho pensato tanto.
Ma quella frase è rimasta lì, in un angolo della testa.
E più ci riflettevo, più mi rendevo conto che aveva ragione.
Il punto è che siamo abituati a cercare il “prima e dopo”. L’evento che cambia tutto. Il progetto che esplode. L’incontro che trasforma.
Ma più spesso, nella vita e nel lavoro, ciò che fa davvero la differenza è ciò che si costruisce piano, giorno dopo giorno.
Un’idea migliorata. Un’abitudine coltivata. Un rapporto rafforzato. Un errore compreso meglio.
Tutto questo si somma. All’inizio non sembra niente. Ma con il tempo diventa sostanza. Fiducia. Credibilità. Competenza.
Un piccolo passo al giorno può sembrare insignificante, ma moltiplicato per mesi o anni, cambia completamente lo scenario.
Un mio amico aveva deciso di imparare a suonare la chitarra.
Primo giorno: entusiasmo a mille.
Secondo giorno: un po’ meno.
Terzo giorno: il callo sul dito.
Quarto giorno: la chitarra è rimasta nell’angolo.
La differenza non sta nel talento. Sta nel quinto giorno.
In chi prende la chitarra anche quando non c’ha voglia. Anche quando non migliora. Anche quando nessuno lo ascolta.
È lì che nasce qualcosa.
Perchè alla fine, non serve un’idea geniale, una svolta improvvisa o il colpo di fortuna.
A volte, quasi sempre, basta questo: niente di speciale. Solo buon lavoro, fatto bene, per tanto tempo.
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